Tra le specialità della gastronomia sarda da assaggiare, il torrone è sicuramente uno di questi. Re delle tavole natalizie, ma non solo, il torrone sardo è un dolce tipico prodotto nella Sardegna più aspra, lontana dalle rotte turistiche più note e dai centri urbani: la Barbagia. È proprio nei piccoli centri della Barbagia che da secoli e secoli si tramanda l’arte del torrone, una ricetta unica su tutto il territorio italiano che fa del torrone sardo una prelibatezza da assaporare assolutamente! Ecco un itinerario di circa 30 chilometri lungo la strada del torrone, da percorrere anche in bici, alla scoperta dei laboratori artigianali di torrone, dove questo dolce viene prodotto da generazioni.
La strada del torrone in Sardegna:
Il tour lungo la strada del torrone, non può non partire da Tonara, il paese del torrone. Situato tra gli 800 e i 900 metri, Tonara è un piccolo borgo della Barbagia posizionato sul versante occidentale del Gennergentu. Questo piccolo borgo della Barbagia si trova in uno dei contesti naturalistici più verdi dell’Isola fatto di fitti boschi di noci, noccioli e di castagni millenari. Ed è proprio la noce uno degli ingredienti del torrone di Tonara a cui si aggiungono miele e albume d’uovo. Qui ogni anno, nel periodo pasquale, si svolge la festa dedicata al torrone, con degustazioni e vendita diretta, all’interno di una cornice folkloristica caratterizzata da danze, musica e costumi della tradizione sarda. Da non perdere nei pressi di Tonara alcune testimonianze archeologiche come la grotta funeraria di Pitzu e’ Toni e la domus de Janas di Is Forreddos (3200-3000 a.C.), formata da tre ambienti comunicanti tra loro. Del periodo nuragico, sono i resti de su Nuratze. Tappa successiva di questo viaggio lungo la strada del torrone è Desulo. Il borgo di Desulo si trova a circa 15 chilometri da Tonara ed è particolarmente celebre per la produzione di torrone di miele di corbezzolo e di castagno. Se vi trovate a Desulo non perdete il museo etnografico di Montanaru e il nuraghe più alto di Sardegna: Ura ‘e Sole. Se, invece, amate il trekking, potete raggiungere il tacco calcareo di Genna Eragas attraverso un percorso di trekking mozzafiato che parte da Punta La Marmora, la vetta più alta della Sardegna. Ultimo borgo di questo percorso lungo la via del torrone è Aritzo, paesino a 70 chilometri da Nuoro nella Barbagia di Belvì, dove si pratica sin dai primi decenni del Novecento “l’industria della neve” ovvero la raccolta di neve in pozzi circolari resi visibili all’esterno da muretti a secco. Ma è nell’attività dolciaria che Aritzo dà il meglio di sé: qui vengono prodotti prelibati torroni di noci e nocciole e la carapigna, un tradizionale sorbetto al limone. Oltre alle domos de nie le neviere del XVII secolo, Aritzo ospita il museo etnografico della montagna sarda e una famosa sagra delle castagne in autunno, tra le tappe di Autunno in Barbagia.10La particolarità del torrone sardo
Il torrone è un dolce particolarmente apprezzato dagli italiani durante il periodo natalizio. Si tratta di un dolce molto antico, la cui ricetta ha origini incerte, presumibilmente arabe o greche. In Sardegna si dice che la ricetta torrone sia di derivazione spagnola, proveniente da Alicante, l’Alcant araba. Il primo documento sul torrone in Sardegna, da poco ritrovato, appare nell’archivio di Stato di Cagliari, dove un documento datato 7 dicembre 1614, scritto in catalano, riporta che il torrone era confezionato a Cagliari nel sobborgo di Villanova, e di due qualità: cujtures de torrons blanchs j negres, bianco e nero. Ciò che però rende unico il torrone sardo è il miele, declinato nelle sue diverse qualità. Secondo la tradizione, il miele viene fatto sciogliere a fuoco lento all’interno de “su cheddargiu” (un paiolo in rame) posto su un fornello costruito in mattoni, detto “forredda”. Viene poi mescolato continuamente per quattro ore con gli albumi montati a neve. A fine cottura vengono aggiunte le mandorle tostate e pelate, le noci o le nocciole. Il tutto viene posto all’interno di apposite cassette in legno coperte da carta oleata e lasciato raffreddare.
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Foto di ROMAN ODINTSOV da Pexels
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