Pula, la perla della Sardegna meridionale

A poca distanza dal porto di Cagliari, si trova la perla turistica del sud-ovest della Sardegna, Pula. Mare cristallino, dune dorate e movida, ma non solo: a pochi passi da Pula sorge uno dei siti archeologici più noti dell’isola, il Parco archeologico di Nora, la più antica città fenicia di Sardegna. Da non perdere poi, la foresta di Is Cannoneris, il più grande bosco di lecci d’Europa, visitabile sia a piedi che in bici, per un momento di totale full immersion nella natura più rigogliosa.

In Sardegna meridionale, alla scoperta di Pula:

Pula: l’antica Nora

Pula sorge a poca distanza dall’antica città di Nora considerata come “la più antica città della Sardegna”. Leggenda vuole che venne fondata dagli Iberi condotti in Sardegna da Norace, le fonti storiche, però, collocano la sua nascita intorno alla fine del VII secolo a.C. per opera dei fenici che edificarono, molto probabilmente, l’antico centro urbano su precedenti insediamenti nuragici. Grazie alla sua posizione strategica sull’istmo di Capo Pula, Nora divenne uno dei centri più importanti della Sardegna, dominata prima dai cartaginesi e poi dai romani. Dopo la caduta dell’impero romano d’Occidente a causa di scorrerie da parte dei vandali e, successivamente, dei pirati saraceni, Nora venne piano piano abbandonata. Poco distante sorse il villaggio Palude di Nora che durante il medioevo passò dall’amministrazione pisana al dominio aragonese. Intorno al 1363 il feudo venne incorporato, col nome di San Pietro Pula, nella contea di Quirra, trasformata in marchesato nel 1603 dei nuovi feudatari Centelles, che a partire dal 1630 ne favorirono il ripopolamento. Ma l’epidemia di peste decimò nuovamente la popolazione. Nel 1674 il territorio passò ai Borgia di Gandia e da questi ai Català nel 1726. Nel XVIII secolo il paese torna a nuova vita grazie alle iniziative dei frati mercedari e all’afflusso nella zona di agricoltori e pastori. In epoca sabauda, con la fine del sistema feudale, Pula venne riscattata all’ultimo feudatario, Filippo Osorio, divenendo un comune del Regno di Sardegna e poi del Regno d’Italia. Nel parco archeologico di Nora a pochi passi da Pula sono ammirabili oggi i resti dell’antica Nora, come la necropoli fenicia, il complesso abitativo e il tophet punico. Tra gli edifici meglio conservati ci sono il teatro del I secolo a.C., le strutture termali con i magnifici mosaici datati tra il II e il IV secolo d.C. e varie strutture religiose: il Tempio di Taniti, di epoca punica, e il santuario di Esculapio del II- III secolo d.C. Molte anche le abitazioni provate, alcune particolarmente prestigiose, come la casa dell’atrio tetrastilo, con mosaici del III-IV secolo d.C. Situato vicino al mare, invece, c’è il foro di forma regolare.

Cosa fare a Pula

Tra le meraviglie storiche conservate a Pula ci sono la chiesa in stile romanico del XII secolo, dedicata al comandante romano Efisio giustiziato perché cristiano nel 303 d.C., e le varie torri costruite intorno al settecento per proteggere Pula dalle invasioni piratesche: la Torre di Cala d’Ostia a Santa Margherita di Pula, la Torre di San Macario situata sull’omonimo isolotto e la Torre di Sant’Efisio nella baia di Nora. Restando sempre in tema storico, nelle acque antistanti al parco archeologico di Nora è possibile ammirare alcune rovine, prenotando un’immersione; altra tappa da fare è il Museo Archeologico Giovanni Patroni, che conserva, tra gli altri, i resti dell’antica città fenicia. Per un tuffo nell’azzurro mare di Sardegna ci sono le spiagge di Nora, suggestiva per la vicinanza alle rovine di Nora e per la presenza di uno stagno, amatissimo dai fenicotteri, quella di Su Guventeddu, particolarmente amata dagli appassionati di windsurf e di kitesurf, da cui è possibile scorgere l’isolotto di Macario, e, infine, la famosa spiaggia di Santa Margherita di Pula, circa 10 chilometri di sabbia dorata inframezzata da scogli e piccoli promontori. Per una passeggiata in bici o a piedi nel verde, è possibile organizzare delle escursioni nelle vicine foreste di Is Cannoneris e Pixinamanna, dove i più fortunati potrebbero avvistare esemplari di “cervo sardo”.

Photo credits:

Foto di Francesco Lo Bello da Wikimedia

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