Il villaggio minerario di Rosas

Quella del Sulcis Iglesiente è una storia antica che ha visto il succedersi di vari popoli nel corso dei millenni. Furono i fenici i primi ad accorgersi del ricco patrimonio minerario della zona e a intraprendere le prime attività estrattive. Abbandonate nei secoli successivi, le estrazioni ripresero intorno alla seconda metà dell’Ottocento quando a Narcao sorse la miniera di Rosas, considerata oggi una testimonianza significativa di archeologia industriale. Se ci si trova in questo meraviglioso angolo della Sardegna, fare una tappa al villaggio minerario di Rosas e d’obbligo: un luogo non solo incantevole a livello paesaggistico, ma anche in grado di offrire una finestra sulle difficili condizioni di vita dei minatori.

Alla scoperta del villaggio minerario di Rosas:

Il villaggio minerario di Rosas

La miniera di Rosas è la prima nella storia mineraria del Sulcis: venne scoperta nel 1832 da Enzo Perpignano e riconosciuta nel 1849 come area mineraria. L’attività estrattiva, per lo più di zinco, ferro e rame, partì nel 1851 e occupò in questa prima fase pochi lavoratori. Negli anni si susseguirono varie società nella gestione della miniera che però non riuscirono mai a sviluppare un processo produttivo ben definito e per questo fallirono. Nel 1899 la società belga Anonyme Minière di Liegi introdusse macchinari innovativi che ampliarono l’attività estrattiva e, di conseguenza, la manodopera impiegata. Sorse così un villaggio autosufficiente in tutto: venne creata una moneta interna con la quale erano pagati i minatori che, quindi, potevano soltanto acquistare beni e servizi all’interno del villaggio di Rosas. L’attività estrattiva subì vari contraccolpi, soprattutto durante le due guerre mondiali, arrestandosi definitivamente negli anni ’80 dello scorso secolo quando a seguito della scarsità di manodopera, la miniera chiuse definitivamente. La zona nel 1986 venne riconvertita a Museo di Archeologia Industriale e aperta al pubblico nel 2009.

L’Ecomuseo di Rosas

Il complesso museale di Rosas offre non solo la possibilità di partecipare a visite guidate all’interno del villaggio, ma anche strutture ricettive, ricreate nei vecchi alloggi dei minatori, vari locali, tra cui un ristorante di cucina tipica del Sulcis situato dove un tempo sorgeva l’ufficio postale. La visita all’interno del villaggio di Rosas ha come prima tappa la Laveria, dove al primo piano è possibile visitare il museo che racconta la vita dei minatori attraverso oggetti personali e ricostruzioni del loro incessante e pericoloso lavoro quotidiano. Successivamente vengono mostrati i processi produttivi del lavaggio del minerale grezzo sino al prodotto finito. Tappa successiva è la zona estrattiva: si entra nella Galleria di Santa Barbara continuando il tour attraverso gallerie e cunicoli. Si procede poi in direzione Monte Rosas, dove è possibile osservare, in un contesto naturale meraviglioso, alcune strutture utilizzate dai minatori e dalle loro famiglie, come ad esempio la scuola elementare. Inoltre, per gli amanti di attività outdoor, all’interno della zona del parco è possibile fare anche escursioni trekking, in mountain bike e a cavallo.

Photo credits:

Foto di Luk_Wro da Pixabay

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